Perchè cucinare è il solo modo che abbiamo di rendere piacevole il nostro nutrimento.

mercoledì 1 settembre 2010

LA CIBICULTURA INGLESE

Quest'anno sono stata ben due volte in Inghilterra: la prima a Londra, a fine aprile, con tutta la mia famiglia (i miei genitori, mio fratello e mia sorella), la seconda a fine agosto, con gli amici dell'università.
La netta differenza fra questi due viaggi è lampante: mentre nel primo non è stato possibile mescolarsi ai londinesi per capire i loro usi e costumi (diciamo che ci abbiamo provato, ma due serate in pizzeria alla fine le abbiamo fatte), nel secondo abbiamo partecipato ad un tipico matrimonio inglese (mancuniano per la precisione), e questo ci ha permesso, grazie anche agli sposi, hanno "distribuito" gli italiani  fra i vari tavoli,  di interagire e integrarci con tutti gli altri invitati!
Al di là delle varie esperienze, quello di cui vorrei parlare è il cibo, perchè nonostante la cultura culinaria anglosassone sia più povera rispetto a quella italiana, anche qui si possono trovare cose nuove e interessanti!
LA COLAZIONE.
Full english breakfast
Una delle prime cose che mi piace provare quando sono all'estero è la colazione tipica. A Londra, l'ultimo giorno prima della partenza, ci siamo dedicati a questo pasto succulento a base di pancetta, uova fritte, salsiccia, funghi, pomodoro, fagioli e quelle specie di frittelle a base di patate di cui al momento non ricordo il nome (aiutatemi, please!). In Manchester ho provato la variante vegetariana, con salsiccia vegetale, niente pancetta e scrambled eggs. Ottime entrambe, anche se la parte di dolce che la cultura americana ha aggiunto con i pancakes o i french toast annaffiati con sciroppo d'acero ha quella nota in più.
Una variante della colazione inglese che non ho avuto l'occasione ( o il coraggio?) di provare è il porridge, quella sorta di zuppa di avena fatta bollire in acqua o latte, con aggiunta di frutta secca o "liscia".
Il giorno in cui a Londra mi stavo gustando il mio full english breakfast, il nostro vicino si pappava il suo porridge leggendo il giornale.
Mi sono ripromessa che la prossima volta che rimetterò piede in suolo britannico assaggerò anche questo piatto tradizionale (così come il pudding, che ancora non è passato dalle mie papille gustative).


MEALS
ham, eggs, peas & fries
A parte il calssico fish&chips, che non ho potuto degustare a causa della mia gastrite, ho potuto comunque assaggiare un piatto a base di ham, eggs, peas & fries (un po' di fritto anche qui, ma non tutto il piatto), il purè di piselli e quello di rafano, che ho apprezzato, le alette di pollo fritte (mangiate di gusto al matrimonio), l'ottimo hamburger con salsa di avocado. Mi è sfuggita ahimè la shepherd pie, il roast, e altre cose per le quali avrò la scusa di tornare prima o poi!
Un'altra "scoperta" è stato il sidro di fragole, frizzante, a bassa gradazione alcolica (un 4% circa), che mi ha dissetata durante le danze al matrimonio.
Il sidro di mele, più conosciuto, lo avevo invece bevuto a Londra, in un pub di cui non ricordo il nome, mentre quello di pere ancora "mi manca".


DOLCI
La torta nunziale
La scoperta dei dolci, che di solito non cucino perchè non ne siamo amanti né io né mio marito, è stata illuminante! L'amore e la cura con cui gli inglesi preparano i loro dessert riempie gli occhi e lo stomaco! Se a Londra ho accuratamente evitato, un po' per la linea, un po' perchè dopo una fetta di torta di carote la prima sera (ottima per la verità, ma piuttosto pesante) ne ho avuta abbastanza per tutta la vacanza, al matrimonio non ho potuto esimermi dall'assaggiare i deliziosi muffin preparati dalla bravissima Rose.
Al posto della torta (o meglio, insieme alla piccola torta) c'era una montagna di muffin, alcuni al cioccolato, altri al limone: i primi portavano il nome dello sposo, Stu, mentre i secondi, di colore giallo, portavano il nome della sposa, Ila. Idea originalissima e gustosissima!
Per farla breve, queste decorazioni in glassa mi hanno fatto venire voglia di provarci. Spulciando qua e là su internet, fra ricette e blog di cucina, ho scoperto che la glassa non è altro che un impasto, più o meno cremoso, di acqua e zucchero con l'aggiunta di coloranti!
Così, mi sono messa alla ricerca di negozi specializzati, e, nello stesso in cui ho trovato lo stampo per il panettone, ho comprato: colorante rosa, nero e azzurro, gli stampini in silicone per fare i muffin (quelli in realtà li ho trovati a Manchester, durante la giornata di shopping frenetico e compulsivo post-matrimonio), palline di zucchero sia argentate che colorate. Ora aspetto solo che le temperature scendano un altro po, per poter accendere il forno (altrimenti scaldo tutta la casa), e provare le ricette di cookies e muffins direttamente dai miei due nuovi libri acquistati a Manchester!

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